Spesso per pesce sott’olio si intende solo il tonno. In realtà, si possono acquistare e consumare alici, polipi, cozze, seppioline sott’olio e non solo. La conservazione in olio è assolutamente sicura e conferisce al pesce maggiore sapore, grazie all’aggiunta di condimenti extra come sale, aglio, prezzemolo, limone, peperoncini rossi e paprika.
Scoprite la bontà del pesce sott’olio e tutti i vantaggi delle scorte alimentari a base di prodotti ittici.
Pesce sott’olio: gli effetti positivi della conservazione in olio
L’olio è un ottimo elemento di conservazione in quanto isola gli alimenti dall’aria atmosferica. In questo modo si evita la contaminazione dai batteri volatili e si limita la disponibilità di ossigeno per la proliferazione dei germi aerobi.
Mangiare pesce sott’olio non espone neppure al rischio di istamina, a patto ovviamente che vengano rispettate tutte le norme per la corretta conservazione degli alimenti.
Le varietà più esposte al rischio di sviluppo anomalo di istamina sono il tonno, lo sgombro, la sardina, il salmone, le alici, la lampuga, il pesce serra e il marlin. Ma cosa è l’istamina e quali sintomi scatena in chi assume prodotti ittici contaminati? L’istamina è un composto azotato che l’uomo stesso è in grado di produrre per contrastare le infiammazioni. Durante gli attacchi allergici, per esempio, è così alto da rendere necessaria l’assunzione di farmaci antistaminici.
I pesci a rischio di contaminazione da istamina sono quelli che contengono un elevato quantitativo di istidina nelle carni. Se non vengono ben conservati, si sviluppano degli enzimi che trasformano l’istidina in istamina. In caso di intossicazione, si manifestano i seguenti sintomi:
- rush cutaneo
- nausea
- vomito
- diarrea
- crampi addominali
I sintomi compaiono dopo pochi minuti dall’assunzione e scompaiono nell’arco di circa 24 ore (nei casi più lievi). La terapia standard prevede l’impiego di antistamici e di glucocorticoidi.
Il pesce inscatolato è più esposto al rischio di contaminazione rispetto al pesce fresco. Il rispetto della catena del freddo e l’adozione dei criteri igienico-sanitari stabiliti dalla legge, però, proteggono i consumatori da qualsiasi problema.
La corretta conservazione in olio è comunque una delle prime garanzie di sicurezza. Lo sviluppo dei germi che elaborano l’enzima responsabile della produzione di istamina può essere controllata abbassando la tensione di ossigeno. Come si può ottenere questo risultato? Tramite proprio la copertura del pesce con l’olio.
Pesce sott’olio: come conservare i sottoli dopo l’apertura
Acquistare pesce sott’olio vi consente di avere sempre una bella scorta di pesce da consumare a pranzo o a cena, usufruendo così di tutti i suoi effetti benefici e delle sue qualità organolettiche.
Le nostre confezioni di alici sott’olio, di bocconcini di mare, di polpo di scoglio in olio o di cozze all’aglio e prezzemolo si possono tenere sullo scaffale per un lasso di tempo di ben 4 mesi. In questo modo potete organizzare una bella dispensa di mare sicuri di mangiare sempre ottimi prodotti, anche se non avete il tempo di andare tutti i giorni in pescheria.
Quando consumate pesce sott’olio dovete solo fare attenzione alla fase post apertura. Dal momento cioè dell’apertura della confezione, avete dai 7 ai 14 giorni di tempo per consumare il pesce. Il lasso di tempo consigliato per il consumo del prodotto viene sempre indicato sulla confezione e varia a seconda del tipo di pesce.
Le alici in salsa orientale, per esempio, vanno consumate entro 7 giorni dall’apertura, mentre le seppioline con aglio e prezzemolo vanno terminate entro 14 giorni dall’apertura. La conservazione ideale della confezione aperta è ovviamente in frigorifero.
Volete scoprire ulteriori dettagli sul pesce sott’olio della nostra azienda? Contattateci senza esitare: saremo lieti di fornirvi tutte le informazioni.